Un ineguagliato genio del pallone

Leoncarlo Settimelli
L'allenatore errante
Storia dell'uomo che fece vincere cinque scudetti al Grande Torino
Arezzo, Editrice Zona, 2006
Scheda

Tra le squadre di calcio italiane, ce n'è una - il Torino - che può vantare, tra i molti primati, d'aver vinto cinque scudetti consecutivi, negli anni più terribili e al tempo stesso esaltanti della nostra storia: 1942-43, 1945-46 (i due campionati precedenti non furono disputati, per via della guerra), 1946-47, 1947-48, 1948-49. Quest'ultimo fu assegnato "d'ufficio": i granata erano già matematicamente campioni d'Italia quando - di ritorno da Lisbona per un'amichevole - l'aereo sul quale viaggiavano, un trimotore Fiat 202, si schiantò contro la collina di Superga. Era il pomeriggio del 4 maggio 1949. Il bilancio di quella tragedia fu di trentuno morti, nessun superstite. A bordo, ovviamente, c'era anche l'artefice di quella ininterrotta serie di trionfi, ch'erano valsi alla squadra l'appellativo di "Grande Torino": un ineguagliato genio del pallone, l'allenatore Ernest "Egri" Erbstein. Ebreo ungherese, immigrato in Italia nel 1919, costretto ad abbandonare il nostro paese nel 1938 con l'avvento delle leggi razziali, fortunosamente scampato alla barbarie nazista, 51 anni, sposato e con due figlie. Eppure, Erbstein è un nome dimenticato, la sua immagine appare raramente anche nelle foto ufficiali. Perché?